LUCIANO RUSSO ONLINE | Poesia - Semi dell'io che sfugge...












oh ggesùvie mie! [San Genna' pienzec' tu ch'o ssaije ch'a nnuije 'n ciavimm'o tiemp' e 'a cap' p'o ppenza'] tricch-e-ballacche ovvuò 'o bbabbà 'na sfugliatell' nu pucherill' 'e pastier' 'dduije struffulill' 'a zzeppulill' 'o rroccocò nu puoch'e tuort' capres' nu ministeriale 'o fiocch'e neve 'e cchiacchere 'u migliacc'... mangi'a mmammà! e vvuije 'ovvulite 'o ccafè?









"Simulazione di un'eruzione pliniana ai Campi Flegrei" INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia 2001 50 sec











Cosa succederà alla prossima eruzione pliniana nei Campi Flegrei? Un modello c'è, basato sull'eruzione di Agnano-Monte Spina di circa 4.550 anni fa, quella a maggior energia della Terza Epoca di attività ai Campi Flegrei nella piana di Agnano, settore Nord- Orientale della caldera, accompagnata dal collasso vulcano- tettonico dell'area di Agnano, preceduto da intensa fratturazione dell'area limitrofa al centro eruttivo e articolatosi in successive fasi di sprofondamento. L'area collassata, tra faglie a direzione NordEst-SudOvest e NordOvest-SudEst dalla parziale riattivazione di strutture connesse alla risorgenza calderica, subisce un totale sprofondamento di circa 35 metri con la Piana di Agnano che continuerà a sprofondare ad una velocita di circa 8 centimetri l'anno fino alla successiva eruzione di Astroni di circa 4.250 anni fa. Nonostante un relativamente ridotto volume di magma emesso, l'eruzione produce significativo impatto ambientale, facendo ricadere una coltre di cenere e lapilli spessa almeno 10 centimetri su un'area di circa 1.000 chilometri quadrati, l'area direttamente interessata da correnti piroclastiche stimata a circa 200 chilometri quadrati, entrambe le aree oggi densamente popolate. La distribuzione dei prodotti d'eruzione di Agnano-Monte Spina mostra vasti depositi da correnti piroclastiche nell'area gialla mentre le tre curve rappresentano le cosiddette linee "isopache cumulative" o di uguale spessore dei depositi da caduta, partendo dall'interno rispettivamente di 40, 20 e 10 centimetri.

Il video, realizzato dall'I.N.G.V. - l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel 2001 - sta tornando virale in questi ultimi giorni, dato da recenti misurazioni risulta che a 7-8 chilometri km di profondità sotto il vulcano dei Campi Flegrei (tra i più pericolosi del mondo, magma, ceneri e lapilli di 39 mila anni fa addirittura ritrovati in Groenlandia e Russia!) vanno accumulandosi gas e magma, sia per le sue eruzioni di tipo esplosivo, sia per la finora sottovalutata mancanza nell'area di vie di fuga adeguate per mettersi in salvo in tempi utili se si arrivasse ad una evacuazione della popolazione locale interessata dall'evento, in totale circa 1 milione 300 mila cittadini, 500 mila in zona rossa e 800 mila in zona gialla! A conferma dei dati scientifici la zona, da sempre soggetta a fenomeni di bradisismo, colpita da uno sciame sismico di circa 80 scosse di terremoto, due delle quali le più alte avvertite ai Campi Flegrei negli ultimi 40 anni, epicentro in mare a circa 3 chilometri di profondità, distintamente avvertite anche a Napoli creando molta paura. Il video mostra chiaramente come, in caso d'eruzione ai Campi Flegrei, la devastazione avverrebbe in soli 10 minuti - l'esplosione, la lava cola e invade le zone abitate già bombardate da detriti, uno scenario catastrofico, anzi apocalittico, purtroppo non più solo ipotetico ma del tutto plausibile e probabile sempre secondo l'INGV, la cui ricerca di monitoraggio e sorveglianza sismica indica lo sviluppo più critico "un'eruzione come quella del Monte Nuovo" del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive nei Campi Flegrei e la meno violenta di quelle avvenute in lontani passati, prima fra tutte quella sopra citata di 39 mila anni fa. Cosa succederebbe e quali zone "a rischio eruzioni" sarebbero colpite ai Campi Flegrei con o senza un piano di evacuazione risulta evidente dall'animazione, simulazione che mostra un'evoluzione degli aumenti di temperatura dei gas attraverso due isosuperfici - l'esterna capace di raggiungere i 100°C e l'interna addirittura fino a 350°C - pochi minuti basterebbero per distruggere, anzi annientare, interi quadranti dell'area a Ovest di Napoli, cose, costruzioni, infrastrutture e ogni forma di vita, natura, animali e persone. E ricordiamoci che qui ci stiamo limitando ai Campi Flegrei, quindi non prendendo affatto in considerazione una eventuale eruzione del vulcano del Vesuvio...









Prima Tivvù "Campi Flegrei, la previsione apocalittica della tv Svizzera Napoli sommersa dalle ceneri" Materiale video dalla Redazione di Falò \| RSI Info RSI - Radiotelevisione Svizzera Italiana 2024 2 min 03 sec


Un documentario della TV svizzera spiega che le conseguenze di un'eruzione vulcanica sarebbero devastanti per l'intera Europa. Le ceneri ricoprirebbero un'area vastissima, causando danni all'agricoltura, all'aviazione e alle infrastrutture. "'Cosa accadrebbe a Napoli se eruttasse il supervulcano dei Campi Flegrei formato da 40 microcrateri sotterranei?' A questa domanda ha cercato di dare una risposta con una previsione apocalittica la TV Svizzera RSI, il documentario ha analizzato i rischi e le possibili conseguenze di un'eruzione. I Campi Flegrei sono un vulcano attivo caratterizzato da un fenomeno noto come bradisismo ovvero un sollevamento del suolo che a Pozzuoli raggiunge circa mezzo centimetro al mese. Questo fenomeno è accompagnato da sismicità con migliaia di scosse di piccola magnitudo registrata ogni giorno. In caso di eruzione secondo la televisione svizzera le conseguenze sarebbero devastanti per l'intera Europa, le ceneri vulcaniche ricoprirebbero un'area vastissima causando danni all'agricoltura all'aviazione e alle infrastrutture. Inoltre le nubi di gas tossiche emesse dal vulcano potrebbero avere conseguenze mortali per la popolazione. 'Tutto inizierebbe con migliaia di scosse al giorno con magnitudo crescente', ha spiegato nel documentario il vulcanologo Patrick Hallard, ricordando che le ultime due supereruzioni risalgono più di 40.000 e 12.000 anni fa. 'Se si verificasse un'eruzione di grande portata vedremmo colonne eruttive di cenere che si innalzano per diverse decine di chilometri almeno fino alla stratosfera', ha continuato Hallard, 'la colonna ricadrebbe su sé stessa, poi le nuvole infuocate dalle pendici di Pozzuoli della solfatara scenderebbero verso il mare la cenere cadrebbe su Napoli e nei suoi dintorni, ma anche più lontano ci sarebbero delle vittime ovviamente e anche grandi distruzioni.' Gli scienziati intervistati alla TV Svizzera non parlano di tempistiche esatte in cui potrebbe avvenire il disastro, che descrivono basandosi su elementi scientifici, ma sottolineano che tutti gli studi sono fatti per evitare che lo scenario apocalittico possa diventare realtà, sostenendo che il piano di evacuazione della popolazione dovrebbe realizzarsi entro 48 ore dall'inizio dell'eruzione e i trasferimenti dovrebbero avvenire rigorosamente verso il Nord Italia."









Falò \| RSI Info "Napoli il supervulcano che minaccia l'Europa" di Clara Losi RSI - Radiotelevisione Svizzera Italiana 2024 42 min 24 sec


Napoli nasconde un mostro silenzioso. Si tratta di uno dei vulcani più pericolosi al mondo, la cui attività allarma gli esperti e il Governo italiano. Non è il Vesuvio, bensì i Campi Flegrei, ossia "la terra ardente". La possibile ripresa dell'attività di questo supervulcano, che conta quaranta crateri, preoccupa i 500.000 abitanti che vivono nella zona rossa e minaccia i dodici milioni di turisti che ogni anno visitano la città. Nella regione, le scosse sismiche sono ormai all'ordine del giorno e lo scenario di una grande eruzione non è escluso. Nel reportage incontriamo i Napoletani preoccupati e gli scienziati pronti a dare l'allarme da un momento all'altro. Il rischio di una grande eruzione potrebbe avere conseguenze devastanti per l'intera Europa.