An-archia, dal Greco antico άν-άρχή,
letteralmente
"mancanza di governo"
sottinteso
"imposto", sostituito
piuttosto da cosciente
"auto-governo".
In questo senso, quasi sinonimo
di
aut-archia,
ma senza
quell'esasperata "unicitŕ dell'idea",
con forte tendenza
ad imporsi annullandone ogni altra, isolandosi
da qualunque dialettica e, di fatto,
estraniandosi da ogni
contesto, sia sociale che storico.
L'"Anarchia" č il modello di
organizzazione sociale
minima
proposto dall'Anarchismo,
movimento nato
dall'idea di un
Socialismo individualista-solidale
e,
quindi, di una possibile
convivenza pacifica tra gli
umani,
fondata sull'innato buonsenso di
autonomia,
responsabilitŕ
e libertŕ
degli individui,
ovvero un non
corrotto rispetto di sé stessi, degli altri e del comune
ambiente naturale,
sociale ed economico.
Il modello sociale anarchico
rende praticamente inutile,
e porta di conseguenza a rifiutare,
qualsivoglia forma
di
cosiddetto
"Stato", quale astratto "potere
costituito",
un arbitrario ordinamento
giuridico-politico cioč, che
- a fini non certamente favorizzanti l'individualitŕ, la libertŕ
di pensiero e d'azione, né l'eguaglianza o l'equitŕ
sociale - esercita un
potere
definito "sovrano"
su natura
e
umani.
Dichiarando infatti
le persone ed il loro ambiente
come
"soggetti ad esso appartenenti",
lo Stato in altre parole
se ne autoproclama (ovviamente in modo del tutto
arbitrario)
inviolabile "possessore", governandoli, se
riluttanti, anche con
l'utilizzo della violenza, ad
esempio
imponendosi attraverso
forze
economiche, di ordine
pubblico
e militari armate,
delle
quali si autoelegge
inoltre (nuovamente in modo del tutto
arbitrario)
"legittimo" detentore monopolizzante.
Per far
accettare questo fin troppo
palese sopruso
di
pochissimi potenti su moltissimi deboli,
chi "governa"
cerca da
sempre di dare al concetto
"Stato"
anche una
serie di significati menzogneri,
tra cui quello
ammiccante di
"Stato-Comunitŕ",
a comprendere
l'insieme di una
popolazione stanziale in realtŕ
completamente
"aggiogata" (sě proprio dal Latino
iugum, "giogo") su
un
territorio
ben delimitato
da
"confini",
di fatto a violare la sacralitŕ di una Natura
libera, popolazione e
territorio entrambi organizzati
da
un
"potere centrale"
fanaticamente chiamato
"Stato-
Nazione".
Ma proprio quel
"Potere centrale", millantato
"sovrano"
e praticamente
"assoluto" -
troppo spesso facendo
storicamente anche ricorso alla inappellabile volontŕ
di un inventato dio (vedi ad esempio le sue nefande
incarnazioni nelle figure di Papi e
Re!), cosě impersonale
e totalmente
sradicato dal qualsiasi sano concetto di
"Popolo"
- (r)esiste comunque e ancora oggi
a sé
stante,
opera
indipendentemente dalle singole persone,
detiene il
monopolio della forza
ed impone il
rispetto
di leggi e norme anche
palesemente arbitrarie e
di fatto
ingiuste
(moderne
pseudo "demo-crazie" e
"re-pubbliche", pur se
autodefinentisi "liberali",
non fanno certo eccezione...).
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