-
ha
accolto
nella Chiesa Cattolica, senza precondizione
alcuna,
i Vescovi tradizionalisti della Fraternità
di S.
Pio X,
ordinati
illegalmente al
di fuori della Chiesa
Cattolica, che
hanno ricusato il Concilio su
alcuni
dei
suoi punti essenziali;
- ha
promosso
con ogni mezzo
la
Messa Medievale
Tridentina,
e
occasionalmente celebra egli stesso
l'Eucaristia in Latino, volgendo le
spalle ai fedeli;
-
non realizzato l'intesa con la Chiesa Anglicana
prevista
nei Documenti Ecumenici ufficiali (ARCIC), ma cerca
invece di attirare i preti anglicani sposati verso
la Chiesa Cattolica Romana
rinunciando all'obbligo
del celibato;
- ha
potenziato,
a livello mondiale,
le
forze anticonciliari
all'interno
della Chiesa attraverso la nomina di alti
responsabili anticonciliari (ad es.:
Segreteria di Stato,
Congregazione per la Liturgia) e di Vescovi
reazionari.
Papa Benedetto XVI
sembra allontanarsi sempre più
dalla grande maggioranza del Popolo della Chiesa,
il
quale peraltro
è già di per sé
portato a disinteressarsi
di quanto avviene a
Roma, e nel migliore dei
casi
si
identifica con la propria
parrocchia o con il Vescovo
locale.
So bene che anche molti di voi soffrono di questa
situazione: la
politica anticonciliare
del Papa ha il
pieno
appoggio della Curia Romana, che
cerca di soffocare
le
critiche nell'Episcopato
e in seno alla
Chiesa, e
di
screditare i dissenzienti con ogni
mezzo.
A Roma si cerca di accreditare, con
rinnovate esibizioni
di sfarzo barocco
e
manifestazioni di grande impatto
mediatico, l'immagine di una
Chiesa forte,
con un
"Vicario di Cristo" assolutista,
che riunisce
nelle proprie
mani i poteri
legislativo, esecutivo
e giudiziario.
Ma la
politica di restaurazione di Benedetto XVI è
fallita.
Le sue pubbliche apparizioni, i suoi viaggi,
i suoi documenti non sono
serviti a influenzare nel senso
della Dottrina Romana le idee della
maggioranza
dei Cattolici
su varie
questioni controverse, e
in
particolare sulla morale sessuale.
Neppure i suoi incontri con i
giovani,
in larga misura
membri di gruppi carismatici di orientamento
conservatore, hanno potuto frenare le
defezioni
dalla Chiesa, o incrementare le vocazioni al sacerdozio.
Nella vostra qualità di Vescovi voi siete certo i primi
a
risentire dolorosamente dalla
rinuncia di decine
di migliaia di sacerdoti, che
dall'epoca del Concilio
ad oggi si sono dimessi dai loro incarichi
soprattutto
a causa
della legge sul celibato.
Il problema delle nuove leve non riguarda
solo i
preti
ma anche gli
ordini religiosi,
le
suore,
i
laici
consacrati:
il
decremento
è sia
quantitativo
che
qualitativo.
La rassegnazione e la frustrazione si
diffondono
tra il
clero, e soprattutto tra i suoi esponenti più attivi;
tanti
si sentono
abbandonati nel loro disagio,
e soffrono a
causa della Chiesa.
In molte delle vostre Diocesi è verosimilmente
in
aumento il numero
delle
chiese deserte, dei
seminari
e dei presbiteri
vuoti.
In molti Paesi, col preteso di una riforma ecclesiastica,
si decide l'accorpamento
di molte parrocchie, spesso
contro la loro volontà, per costituire
gigantesche "unità
pastorali"
affidate a un piccolo numero di
preti oberati
da un carico eccessivo di lavoro.
E da ultimo, ai tanti segnali della
crisi in atto
viene
ad aggiungersi lo
spaventoso scandalo degli abusi
commessi da membri del clero su
migliaia di bambini
e
adolescenti, negli
Stati Uniti, in Irlanda, in
Germania
e
altrove; e a tutto questo si
accompagna una crisi
di
leadership, una
crisi di fiducia
senza precedenti.
Non si può sottacere il fatto che il sistema mondiale
di
occultamento
degli
abusi sessuali del clero
rispondesse alle disposizioni della
Congregazione
Romana per la Dottrina della Fede
(guidata tra il 1981
e il 2005 dal
Cardinale Ratzinger), che fin dal pontificato
di Giovanni
Paolo II raccoglieva,
nel più rigoroso segreto,
la
documentazione su
questi casi.
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