Papiro della cosiddetta "Seconda Lettera ai Corinzi" in Greco antico,

scritta nel 54-55 alla comunità cristiana della città greca di Corinto,

già attribuita tutt'intera a Shaul di Tarso, salvo identificarvi poi

un collage di varia provenienza e diversi tempi storici.

 

Due le incredibili peculiarità: l'esortazione a difendersi da "falsi apostoli",

"operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo", proprio

da parte di uno appena autoproclamatosi "tredicesimo Apostolo", e quel

"Sopportate ... chi vi riduce in servitù, vi divora, vi sfrutta, è arrogante,

vi colpisce in faccia", inedita chimera di una salvezza escatologica.

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

L'inventore del

 

                                   

"Cristianesimo"

 

                                   

 

                                   

 

                                   

Nelle cosiddette "Nuove Scritture" della raccolta Βιβλία,

Biblìa, "I Libri" - sottinteso "sacri" - il nome greco

maggiormente usato per il Cristo è Ίησους, Iēsoûs, che

poi nella cosiddetta "Vulgata" o Vulgata Editio o Volgata

- versione "per il popolo" in Latino (!?) dell'antica Bibbia

Greca ed Ebraica, fine IV sec - diventa Iesus, da cui

l'italianizzato "Gesù".

 

Il nome greco traslitterazione dall'Aramaico di יֵשׁוּע,

ַYēšūa', che è il "vero nome", anzi la sua forma aramaica

deriva a sua volta dall'Ebraico יְהוֹשֻׁעַ, Yĕhošūa', che

letteralmente significa "YH[WH], Yahweh, è salvezza",

"Dio è salvezza"...

 

 

Cominciamo col dire come, se mai un Rabbino

"Yehoshua Ben Yosef" - figlio cioè di tal "Yosef"

il falegname, da noi detto "Giuseppe", e una certa

"Myrhiàm" o "Miriam", ribattezzata a nostrana "Maria",

lui stesso da qualcuno chiamato più dolcemente "Gesù"

(di certo "Oh dolce Yehoshua Ben Yosef" o "Caro

Bambin Ben Yosef, fammi la grazia!"  non sarebbe

suonato altrettanto bene...) - sia davvero storicamente

esistito o no non risulti affatto "rilevante" in questo

contesto.

 

Con tutto il rispetto per quanti fra noi si dichiarino

"credenti" e/o addirittura "Cristiani" in senso religioso!

 

 

Questi "variamente credenti" co-umani professano di

- o almeno "dicono di", a volte "millantano di", spesso

"fanno finta di" - "basare"  i propri comportamenti privati

e sociali sulla profonda convinzione che "lui", Yehoshua

Ben Yosef, sia un dio, anzi "Dio", l'unico.

 

Lo sanno per inconfutabile "rivelazione divina", "lui"

venuto a salvarci da un cosiddetto "peccato originale"

di "arroganza" che, per una qualche ragione,

ci porteremmo geneticamente dentro o da qualcuno

appiccicatoci addosso fin dal momento del nostro

concepimento.

 

 

Noi "altri" invece, senza alcuna difficoltà né bisogno

di dover "provare" niente a nessuno, ci dichiariamo

"diversamente credenti", semplicemente secondo il motto

 

 

                                   

 

                                   

"Meglio

 

comportarsi da cristiani

senza esserlo

 

 che etichettarsi "Cristiani"

  senza farlo".

 

                                   

 

                                   

 

                                 

 

                                   

 

                                 

 

Il cosiddetto "Vangelo della moglie di Gesù", frammento di un falso papiro

scoperto nel 1997, creduto dapprima del V-VIII sec, con un brano in Copto

tra cui il passo:

 

"E Gesù disse loro: Mia moglie ... lei saprà/potrà/sarà in grado di essere

mia discepola".

 

                                   

 

                                   

 

                                   

Per riuscire nella sua "missione salvifica" datagli

- lui "Figlio" - da un "Padre" per "Amore", Yehoshua

avrebbe accettato di lasciarsi ammazzare, barbaramente

inchiodato su una croce, morto solo per il tempo

strettamente necessario a poter poi dimostrare di saper

"risorgere".

 

"Tre giorni dopo" (in effetti sì e no uno e mezzo, spirato

venerdì pomeriggio e già risorto la domenica mattina

di buonora...) lo fa, per dare a chi "creda" in lui (anche

se con delle prove non è proprio credere, piuttosto

"venire a sapere") validata certezza di una vagamente

descritta "vita dopo questa" (da "premiato" o

da "dannato") e, alla "fine dei tempi", di una "futura"

resurrezione a vita "eterna" del corpo e qualcosa altro

chiamato "anima", affermazioni quantomeno opinabili,

fuori dalla nostra portata in termini spazio-temporali.

 

 

Che in realtà non sia il citato Rabbino il vero "inventore"

di questo cervellotico cosiddetto "Cristianesimo",

ma uno del tutto estraneo ai fatti del Yehoshua, questo

invece è decisamente "rilevante" nel nostro contesto e

inoltre  alla nostra portata poterlo indagare.

 

Si tratta di tal "Shaul" di Tarso - in Ebraico שאול, Shaʾùl,

"figlio a lungo atteso", primo Re d'Israele, traslitterato

in Greco Σαούλ, Saùl, o Σαuλος, Sàulos, Saulo - come

nel caso di Yehoshua, arbitrariamente poi chiamato

in Latino "Paolo", forse per pura assonanza, ma più

probabilmente perché associabile alla dimensione

de "l'umile", "il piccolo", nell'immaginario collettivo.

 

 

Per cercare di capire "come" sia nato questo, a seconda

dei punti di vista "benedetto" o "maledetto",

"Cristianesimo" non servono né diatribe filosofiche

critiche e apologie muro-contro-muro su "dogmi"

e "catechismi" (per battezzati) e "catechesi" (per

non credenti), come quelle degli ultimi venti secoli.

 

Una semplice analisi critica della documentazione storica

a nostra disposizione, partendo da quella "scritta", a detta

dei variamente credenti "solida come una roccia", piuttosto

che della volatile e adattabile "tradizione orale": tutto

materiale che la Chiesa stessa - o meglio, come vedremo,

le tante Chiese - hanno a proprio tempo, comodo e fine

selezionato, filtrato e "aggiustato" per farlo rientrare

nel cosiddetto "Nuovo Testamento" cristiano o "Nuovo

Patto" (con il loro dio).

 

 

Un'analisi comparativa di tutto il materiale finora

conosciuto, senza omettere in modo preconcetto quanto

dalle varie Chiese nel tempo bandito, rifiutato o censurato.

 

Esistono infatti molti più "scritti" di quelli poi resi "ufficali"

dalle Chiese, Vangeli e altri documenti chiamati "apocrifi",

precedenti o paralleli alle Scritture, ad esempio e

in grandissima quantità quelli rinvenuti di recente

a Qumran - in Arabo خربة قمران e in Ebraico קומראן

חירבת , Khirbet Qumran - nelle rovine di un monastero

costruito un secolo e mezzo prima di Cristoin Cisgiordania,

su un arido altopiano a neppure tre chilometri dalla riva

Nord-Occidentale del Mar Morto.

 

 

Bisogna comunque sottolineare come, nel contesto storico

locale e generale subito a seguire la presunta dipartita

terrena di Yehoshua Ben Yosef, la storia personale di Shaul

di Tarso rimanga la chiave di lettura per eccellenza

di questa sua "invenzione".

 

Chiariamo anche un ultimo aspetto, a prevenire fin troppo

prevedibili critiche: ovviamente diamo per certo che

neppure la nostra "reinterpretazione" potrà mai essere

pienamente "oggettiva", come del resto nulla che venga

prodotto dalla mente umana, anche se di sicuro risulterà

- per palesi ragioni - "meno monoculare" di quella finora

dettata dall'alto ed inculcata nelle masse per millenni

dalle varie Chiese Cristiane, tra cui egemonica la Cattolica

Romana.

 

 

E per non perderci in rivoli e ruscelli focalizziamo

piuttosto la nostra analisi restringendola a individuare

eventuali "contraddizioni" tra le varie fonti - cioè

"ricostruzioni" discordanti di medesimi presunti "fatti"

cui riferiscono.

 

Nel caso ve ne siano, cercheremo di capirne le "cause"

(non sempre necessariamente "volute") o le "ragioni"

(queste sì "pianificate" per il raggiungimento di scopi

ben precisi) che le hanno prodotte in quel determinato

contesto storico.

 

 

Ma, di nuovo e soprattutto - partiamo da zero:

nulla di scontato, nulla di scartato!

 

                                   

 

                                 

 

                                   

 

                                 

                                   

 

                                   

 

 

                                   

Il "Rotolo del Tempio", uno dei "Rotoli del Mar Morto", antichi manoscritti

religiosi giudaici rinvenuti nelle Grotte di Qumran, Deserto della Giudea,

vicino a Ein Feshkha, vicino al Mar Morto in Cisgiordania.

 

Tra le diverse raccolte, i cosiddetti "Manoscritti di Qumran", circa

900 testi, anche della Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 dentro

e intorno alle rovine dell'antico Khirbet Qumran, nello uadi di Qumran.

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

"La" "Bibbia" non è

 

                                   

un concetto univoco

 

                                   

 

                                   

 

                                   

Prima di tutto alcune fondamentali premesse generali e

necessarie definizioni, per poterci capire.

 

 

Con "Bibbia" - termine ormai usato al singolare, "la" Bibbia

- si indicano di fatto ("le" "scritture" (sottinteso "sacre") -

dal Greco antico βιβλία, biblìa, plurale di βιβλίον, biblìon,

cioè quei "libri" ritenuti "ispirati", non tutti di carattere

religioso, appartenenti al patrimonio culturale ed

intellettuale esclusivo della società e della Religione

Ebraica.

 

Questo prima che fossero "fatti propri" dalla Religione

Cristiana con una ristrutturazione catalogica, qualche

modifica e minima aggiunta, piccola quantità cruciale

però negli aspetti qualitativi di alterati contenuti, ossia

la mutevole e a volte contraddittoria interpretazione

che se ne potrà fare nel tempo.

 

 

In effetti quelli della Bibbia non sono "libri" veri e

propri, neppure una pianificata serie di sezioni

omogenee, una specie di collana, tantomeno

un'antologia e meno ancora parti di un'opera unica.

 

Si tratta piuttosto e alla lettera di "scritti" sparsi del tutto

diversi tra di loro, cioè provenienti da contesti culturali

diversi e di carattere letterario diverso, perché scritti

per pubblici diversi, a fini ed usi diversi, in lingue diverse,

soprattutto in epoche storiche diverse nell'arco temporale

di circa mille e cinquecento anni (!), inoltre preceduti

da una tradizione orale che li ha di per sé già articolati e

tramandati diversamente.

 

 

Questa tarda "collezione" o raccolta di scritti slegati è

originariamente ebraica, scritta in lingue Ebraica, Aramaica

e Greca ed è chiamata collettivamente Tanakh, composta

da 24 "libri" suddivisi in Torah (la Legge), Neviim (i Profeti)

e Ketuvim (vite di altri importanti personaggi

della comunità).

 

Solo ancora più tardi il cosiddetto "Cristianesimo"

se ne approprierà però "separandoli", classificati come

scritti "antichi", appartenenti ad un Antico "Patto"

o Antica "Alleanza" stretti da Dio con il suo "Popolo

Eletto", il cosiddetto "Vecchio Testamento".

 

 

Tutto ciò prima della venuta di un particolare "Messia"

o "Cristo", per distinguerli di netto da una

incomparabilmente più modesta serie di "nuovi" scritti.

 

Questi ultimi riguardanti un Nuovo Patto o Nuova

Alleanza - il cosiddetto "Nuovo Testamento", contenuto

nel "messaggio", l'insegnamento, di un particolare

"Messia" fra i tanti, quel Yehoshua Ben Yosef ovvero

"Gesù", anche lui al pari di tutti gli altri Messia detto

"il Cristo", cioè "l'Unto", "il Prescelto", secondo

il tradizionale rituale, la simbologia e la nomenclatura

d'incoronazione dei Re d'Israele.

 

 

Purtroppo però dire Bibbia "Ebraica" non basta, perché

gli stessi Ebrei del cosiddetto "Canone" o Classificazione

"Palestinese" o Bibbia Ebraica standard, hanno

punti di vista molto diversi tra loro.

 

La setta dei Sadducei considera sacra solo la Legge,

laTorah, invece per i Samaritani sacri sono sia la Torah

che il "Libro di Giosuè", mentre gli Ebrei di lingua greca

ne adottano una versione detta "Canone Alessandrino"

o Bibbia "dei Settanta" o "Septuaginta", perché tradotta

dall'Ebraico in Greco da 72 saggi ad Alessandria d'Egitto,

tuttora versione liturgica dell'"Antico Testamento"

delle Chiese Cristiane Ortodosse Orientali di tradizione

greca...

 

 

Come d'altro canto non è affatto univoco neppure dire

"Bibbia "Cristiana".

 

Le Chiese Protestanti escludono alcuni scritti dell'"Antico

Testamento" secondo il "Canone Ebraico" (quello

Palestinese per intenderci), mentre la Chiesa Cattolica

"Apostolica" Romana e le Chiese Ortodosse adottano

in linea di massima il "Canone Alessandrino", sì guarda

caso quello rifiutato dagli Ebrei, con scritti sia in Ebraico

che in Greco.

 

 

Per cui già degli "scritti antichi", quelli non appartenti

al "Canone Ebraico" vengono considerati "autentici" e

adottati come "Deuterocanonici", cioè secondari,

dalla Chiesa Cattolica "Apostolica" Romana.

 

I medesimi sono al contrario considerati "apocrifi", cioè

non "ispirati" da Dio, vale a dire "non affidabili", fasulli,

dalle Chiese Protestanti  (una "rivelazione divina"

che nega sé stessa...).

 

 

Parimente degli "scritti nuovi", tutti in Greco salvo

il cosiddetto "Vangelo di Matteo" in Ebraico o Aramaico,

le varie Chiese hanno ben diverse opinioni su quali e

quanti accettare come "ispirati", ad esempio le Lettere

o "Epistole" non attribuite a Shaul di Tarso/Paolo e

l'Apocalisse.

 

 

Cosa alla fine sia da considerare "apocrifo" o meno,

"divino" o meno, rimane quindi un capitolo a sé del tutto

aperto, perché ogni singola Chiesa o setta o comunità

autodefinitasi "cristiana" ama vedersi come

"la" legittimata, l'unica cioè "autorizzata" a deciderlo.

 

Autorizzata da "chi" (?!) non è dato sapere, ma è un fatto

che si considerino tutte "‘uniche’ interpreti ufficiali"

a decidere in proprio, attraverso i propri vertici e propri

esperti, cosa sia "ispirato" da questo pur comune identico

dio (giudeo-cristiano-islamico) e cosa non lo sia, guarda

caso riferendolo tutte come medesimo "Signore" celeste

(cioè che abita nei cieli), ma interpretandolo in pratica solo

e sempre a difesa dei "propri interessi",

inequivocabilmente e assolutamente terreni, chiaramente

legati a fattori di "potere sugli altri".

 

                                   

 

                                 

 

                                   

 

                                 

                                   

 

                                   

 

                                   

Secondo il "Libro degli Atti degli Apostoli" è Gerusalemme il primo centro

della Chiesa, che, a partire dalla Pentecoste, dapprima raccoglie

in comunità tutti gli Undici Apostoli, diventando poi sede della prima

unica legittima Chiesa con Giacomo, Pietro e Giovanni.

 

Verrà contrastata dall'incursione di Shaul di Tarso e dei suoi adepti,

dando di fatto vita alla futura frammentazione delle Chiesa attraverso

Concili e Scismi.

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

"La" "Chiesa" non è

 

                                   

un concetto univoco

 

                                   

 

                                   

 

                                   

Del modesto "nuovo" aggiunto alle Antiche Scritture

poco o nulla è scritto dall'unica credibile prima

generazione di "Ebrei seguaci del Cristo".

 

Sicuramente proprio perché ancora priva di impellenti

motivazioni "politiche", a giustificare il più tardo arrogarsi

di una qualsivoglia forma di "potere" da parte di gruppi e

fazioni, come cronologicamente primo fra tutti proprio

quel dissidente manipolo capitanato da Shaul di Tarso,

che di fatto aprirà ad un processo di alienante

frammentazione a seguire.

 

 

Questa lacuna documentale della prima generazione

di seguaci del Cristo verrà presto e velocemente

compensata all'eccesso dalle generazioni seguenti, quelli

cioè che cominceranno a chiamarsi "Cristiani", partendo

da Shaul il Paolo o "l'Umile", dopo una non verificabile

"chiamata diretta" del dio autonominatosi "tredicesimo

apostolo", mai testimone "diretto" ovvero cristiano

di "seconda mano" e per sentito dire:

 

- vuoi per il bisogno di "storicizzare" e rendere così viva

e credibile la sempre più lontana figura di un Yehoshua

Ben Yosef/"Gesù", arricchendone (sempre più

fantasiosamente) di particolari aneddotici la vita

 

- vuoi per "dimostrare" o ribadire apologeticamente

la superiorità sempre più "dottrinale" di questa loro

memoria, interpretazione e credenza su tutte le altre

 

- vuoi anche per una più che volentieri sponsorizzata

spinta devozionale da parte dei "fedeli", a supportare

la necessità di sempre più elaborate "esigenze

liturgiche", a legittimare una ormai nata, consolidata

e sempre crescente "gerarchia" ecclesiale, ma sempre

più separata dal "popolo di dio"

 

- vuoi infine per diffondere nuove sempre più avulse

e cervellotiche dottrine, inevitabilmente sempre entrando

in contrasto con le tesi "ufficiali" di una Chiesa che

adesso si definisce "madre".

 

 

Aspetto che però mette a nudo come già a questo punto

ci sia non più una sola Chiesa ma tante, a cominciare

dall'iniziale duro conflitto tra i rappresentanti legittimi

della prima Chiesa storica, quella Palestinese

a Gerusalemme, con a capo non Pietro ma Giacomo,

entrambi comunque veri Apostoli storici del Cristo, e

gli adepti di Shaul, mandati a plagiare le piccole comunità

sparse fuori di Israele, in un molto più ampio e mirato

disegno mediterraneo dell'ambizioso quanto subdolo

pseudo-apostolo Paolo.

 

Un conflitto alla radice, di cui nessuno mai si dimostra

minimamente interessato, anzi il riunire poi

opportunamente in un'unica festa popolare celebrativa

di una comune memoria i "Santi Pietro e Paolo" sarà

la geniale manipolazione per camuffarla e farla

dimenticare, una fava due piccioni sfruttando e

neutralizzando Pietro, proclamato così unico legittimo

capo di tutta la Chiesa e, allo stesso tempo, dando credito

a Paolo, per farne adottare le malate dottrine.

 

 

D'altronde coerentemente nello stile delle Chiese

Cristiane, in particolare quella Cattolica Romana, la

quale durante duemila anni avrà innummerevoli

occasioni per dimostrarsi degna figlia ed erede di un

impostore!

 

Così a volte sarà la Chiesa di Roma a voler introdurre

del "nuovo" e nasceranno per reazione le Chiese

"Ortodosse", decise cioè conservare la "vera" dottrina

originale (vedi il Concilio di Efeso del 431, quello

di Calcedonia nel 451 e il "Grande Scisma" del 1054),

oppure saranno via via nuove Chiese emergenti

che lo vorranno, al fine di liberarsi dal potere di Roma,

così come quelle appunto dette Chiese "Protestanti"

e la Chiesa Anglicana, dal XVI sec.

 

 

Una cosa è sicura: possedere la "verità" dà prestigio, ma

soprattutto "potere" - spirituale, quindi sociale, quindi

politico, quindi militare, quindi, alla fine della giostra,

economico!

 

                                   

 

                                 

 

                                   

 

                                 

                                   

 

                                   

Le fonti e le traduzioni

 

                                   

della Bibbia

 

                                   

 

                                   

 

                                   

A creare ancora maggior confusione riguardo alla cruciale

parola "rivelata" (dal dio "in persona", anche se

"attraverso" servi fedeli), dei "46 "scritti antichi", che

parlano degli Ebrei e dei loro Padri, Re e Profeti - l'ultimo

non così "antico", del I sec dC (!) - il numero, l'ordine e

il titolo addirittura variano nei diversi "Canoni", così

ad esempio la Chiesa Cattolica Romana non li indicizza

cronologicamente, ma secondo il contenuto, mentre alcuni

di questi sono rifiutati e non solo dalle Chiese Protestanti.

 

Sui 27 "scritti nuovi", aggiunti nella Bibbia arrogata

"Cristiana" - i quattro "Vangeli" accuratamente scelti,

le "Lettere" del "non-apostolo" Shaul/Paolo, le "Lettere

Cattoliche", gli "Atti degli Apostoli" e l'"Apocalisse",

in tutto - le Chiese Cattolica Romana, Ortodosse e

Protestanti sono abbastanza d'accordo sia su numero

che ordine, ad eccezione delle Chiese Luterane.

 

 

Per quanto riguarda poi le fonti - tutte molto tarde e

legate ad una ormai ben murata traditio, per gli "scritti

antichi" in Ebraico/Aramaico sono:

 

i manoscritti rinvenuti a Qumran nel 1947

(circa 250 aC-68 dC)

 

e i "Codici":

 

- del Cairo (895-896 dC)

 

- di Aleppo (925-930 dC)

 

- di Leningrado (1008-1009 dC).

 

 

Per gli "scritti antichi" e "nuovi" in Greco invece:

 

alcuni papiri (II sec dC)

 

e i "Codici":  

 

- Vaticano (IV sec)

 

- Sinaitico (metà IV sec)

 

- Alessandrino (inizio/metà V sec)

 

- di Efrem (V sec)

 

- di Beza (V sec).

 

 

Questo solo per quanto riguarda quelli che chiamiamo

testi "originali", di fatto non altro che copie di copie

di copie...

 

 

Non va comunque dimenticato che poi ci sono

da considerare le migliaia di traduzioni in tutte le lingue

del mondo, come:

 

- il "Pentateuco samaritano" in Ebraico

 

- la "Peshitta" o "Semplice" in Aramaico (testo ufficiale

delle Chiese Siriache)

 

- quella "dei Settanta" o Septuaginta o LXX in Greco

(con il testo greco dei "nuovi scritti", versione biblica

ufficiale delle Chiese Ortodosse)

 

- la Vulgata o "Popolarizzata" in Latino da San Girolamo,

ancora oggi testo liturgico della messa cattolica

in Latino

 

- la prima Bibbia in Nuovo Volgare Italiano del 1471,

naturalmente in Italiano

 

- la Bibbia di Lutero in Tedesco, dal 1534 versione

di riferimento di molte Chiese Protestanti

 

- la Bibbia Diodati del calvinista lucchese Giovanni

Diodati in Italiano, dal 1607 testo di riferimento

delle Chiese Protestanti in Italia

 

- la King James Version ovvero "Bibbia di Re Giacomo"

in Inglese, dal 1611 versione ufficiale della Chiesa

Anglicana e molte Chiese Protestanti anglofone

 

- la Bible de Jérusalem ovvero "Bibbia di Gerusalemme"

in Francese, tradotta fra il 1947 e il 1955 ad opera

della École Biblique de Jérusalem

 

- la New World Translation of the Holy Scriptures

ovvero la "Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre

Scritture" in Inglese e successivamente in molte altre

lingue, Italiano compreso, tradotta fra il 1950 e 1960

a cura della Congregazione Cristiana dei Testimoni

di Geova

 

- la cosiddetta "Bibbia TOB" acronimo di Traduction

Oecuménique de la Bible in Francese ed Ebraico, tradotta

fra il 1975 e il 1976 a cura congiunta di Cattolici e

Protestanti, poi accettata anche dagli Ortodossi

 

- la cosiddetta "Bibbia CEI" cioè della Conferenza

Episcopale Italiana in Italiano, pubblicata nel 1971, testo

ufficiale della Chiesa Cattolica in Italia...

 

 

Beh, che cosa dire?

 

                                   

 

                                   

 

                                   

L'Umano

 

 

non solo si è creato un "dio"

a propria immagine e somiglianza

 

ma si è anche aggiustato la sua "parola"

a proprio interesse e comodo!