Per i nuovi mezzi di comunicazione “di
massa”
“il” fine
è
la “manipolazione” delle idee di
Cittadini-“consumatori”
a
indirizzarne
“scelte” d’acquisto e “voto”
e con una
strategia di condizionamento
“dalla culla alla tomba”.
Con l'“astroturfing”
si arriva ad
“arruolare” utenti
che,
naturalmente
dietro compenso,
pubblichino online
false
o ingannevoli recensioni
“positive” per promuovere
prodotti o servizi
sul web
- in “Tripadvisor”, “Yelp”,
“Amazon” e così via.
Il
“disagio”
che ne può derivare all'individuo è
enorme,
perché, facendogli
“rinunciare” ad una vita sua
e
all’“esperienza” di una
crescita “collettiva”,
finirà per
sprofondare in una totale
“solitudine”, con sé stesso nel
mediatico “nulla”.
Questo processo
blocca le
“capacità” personali,
impedisce di autoproporsi
obiettivi “realistici”
ed
“efficaci”,
arrivando a modificare la scala dei
“valori”,
adattandola ad un
modo non “nostro”, ma “fatto nostro”
di concepire
la realtà, la vita.
Il
dramma
all’origine della “solitudine”
del nostro tempo
sta proprio in questa
“acriticità” e
“depersonalizzazione” dell'individuo e del collettivo,
con
“salti di paradigma”
che creano nella società
valori
vuoti di “soggettività”.
In realtà pochissimi (e purtoppo
sempre
meno)
“comportamenti”, “parole”
e “idee” provengono da
nostre
esperienze “dirette”,
ma per
influenza di “altri”,
quasi
“automi”, che
“copiano” e “ripetono” il “visto” e
detto nei serial, talk show e
spot.
Esempio tipico
la
violenza in TV
ed il suo
profondo
“condizionamento” negativo
sulla mente di
bambini
e
adolescenti.
Da primissima età
e per lunghi anni vengono
esposti
“passivamente” a scene di
omicidi,
“reali” o
“fittizi” che
poi siano.
Al loro
desiderio “istintivo” di imitare i comportamenti
osservati specie negli
“adulti”,
non
corrisponde però in
loro una
altrettanto “automatica”
capacità di “valutare”
a priori
se tali “comportamenti” siano davvero
“da
emulare” o no.
Bambini ed adolescenti
tendono
quindi ad
“imitare”
un
comportamento, sia esso
“positivo” o “negativo”,
senza
il senso
“critico” necessario per “giudicarlo”,
“criminalmente esposti”
al mondo esterno
senza una
qualsivoglia “difesa”.
Altro fenomeno
colpisce le
persone,
se pur “adulte”,
“deboli” e “insicure”,
quindi “vulnerabili”, bombardate
da
quotidiane “pseudo-notizie” catastrofiche e di
“cronaca”,
vomitategli addosso con regolarità e cercata
“spettacolare” esagerazione dai media.
Una tale costante
“sovraesposizione” a stress
le porta
ad uno
stato di “disagio continuo”,
con “paura” di tutto
e
“sfiducia” totale
negli altri, non di rado finendo
per
“barricarsi” in casa,
terrorizzate da quel “mondo di
mostri” là fuori.
La
realtà “sociale”
non è certo fatta per lo più o
soltanto
di
“violenze”,
“omicidi”,
“stupri”,
“stragi” e
“orrori”
vari, di contro però lo è la
sua “rappresentazione”
massmediatica,
che di accuratamente
selezionate
“sensazioni”, “stranezze” e “scelleratezze”
riempie i
suoi spazi.
Allora perché ci mostrano
sempre e solo
gli aspetti
“peggiori della società”,
fatti “orribili”
(in grandissima
parte del tutto “irrilevanti”
per la nostra vita),
“declassando”
invece ad
“insignificanti” le
molte di più
cose “buone” fatte ogni
giorno nel mondo?
“Elementary, my dear Watson!”,
direbbe Sherlock
Holmes:
fa “comodo” tenere le persone in
continua
“apprensione”,
sfruttare le loro indotte
“paure”
inconsce,
“debolezze” intellettuali,
emotive, spirituali,
le
“carenze”
affettive...
Alla nostra
“assuefazione”
ad
“una” determinata
condizione,
“confortevole” e
“rassicurante” nella sua
“staticità”,
ci vengono contrapposte “latenti” minacce
di
“cambiamenti” improvvisi
quanto “drastici”, addirittura
“irreversibili”...
Ci mettono
in “stato di
allarme” tutti i nostri sensi
e,
facendo poi leva sulle nostre
“incertezze”,
“apprensioni”,
“timori”,
“intolleranza”,
“irritazione” e
“angoscia”,
inducono
“terrore” e incontrollabile
“panico”
di fronte ad
“ipotetici” pericoli.
“Ansia”, “terrore” e “panico” come
“proiezioni”
di
avvenimenti “teorici”
sí, ma percepiti “ineluttabili”
al
verificarsi di determinate condizioni,
frutto di
“realtà
raffigurate”
iniettateci con la tecnica dei
riflessi
“condizionati”.
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