niente di più rivoluzionario

[il resto ribellioni sterili]

 

 

estrememente arduo solo a capirlo

chi veramente sono (almeno stato)

 

a diventarne cosciente comincio

già più o meno deformato dalla soci-età

 

 

società mamma società papà

la mia microsocietà nido-famiglia-gabbia

 

società disorientati amici rari nantes

i poveri compagni miei di sventura

 

 

società scuola società lunga-mano-stato

l'onnipresente società chiessa-culturra

 

piovra che non mi lascia scampo

a prendersi fin troppo buona cura di me

 

 

perché lento mi lasci adattare e conformi

mutilatrofizzandomi del più intimo mio

 

a squagliarmi fino a cera-che-coli-docile

negli standardizzati limiti del loro stampo

 

 

drammatico viaggio strapazzoso ritrovarsi

quasi impossibile (ri)essere me stesso

 

ma sotto strati callosi di manipolazioni

ancora è la mia prima pelle e sempre lì

 

 

dentro quel sacro involucro inviolabile

vergine gemo piango urlo voglio fuori

 

mostriciattolo di-da maraviglioso magico

evidentemente devo metter gran paura

 

 

quell'io nel bene e nel male io

nel comune come nel diverso unico io

 

contro ogni tentativo di soffocamento

respiro libero pronto a dar fastidio del mio

 

 

essere me stesso l'atto più rivoluzionario

rimanere chi sono lotta la più eroica

 

nato io e morirci

unicuique suum - non praevalebunt!