presenza all'essere

[dal Greco γνῶθι σεαυτόν gnōthi

seauton il Latino nōsce tē ipsum

coscienza di me senso della mia

identità chi davvero sono lucente

Apollo sembra facile ma non lo è

l'immagine è altra cosa da me io

non sono una rappresentazione e

nemmeno un'immagine mentale

lo "sguardo interiore" qui-e-ora

non esiste l'Io immagine illusoria

di me personificazione in cui mi

immedesimo un'immagine più o

meno da me inconsapevolmente

costruita con gli attributi che io 

assegno a me stesso quindi una

presenza a me stesso fittizia la

"realtà del mio essere" tutt'altro

non sono così penso di esserlo

solo nell'esperienza il mio Io]

 

 

conosci te stesso...

 

 

che me ne farei

di una coscienza

 

senza autoconsapevolezza

senza autocoscienza

 

 

le mie esperienze

sensazioni percezioni

 

pensieri emozioni desideri

sentimenti stati mentali e d'animo

 

 

autoconsapevolezza

io il mio corpo in movimento

 

io il mio tempo scorro 

io le mie azioni guido 

 

 

cosciente della mia

autoconsapevolezza

 

concettualmente io

storicamente io fra i tanti tu

 

 

preriflessivo riflessivo

non riflessivo io soggetto

 

sotterranee intuizioni

processi paralleli a più livelli
 


 

razionali coscienti e non

coscienza volontà e non

 

pensieri sfumano in emozioni

evanescenti arazionali

 

 

io il mio corpo

io il mio cervello e mente

 

io mi penso

io stesso come altro da me

 

 

nella mia autoriflessione

io osservatore e osservato 

 

io soggetto mi distacco

da me contraddittorio oggetto

 

 

coscienza autocosciente

sempre limitata

 

troppo vicina troppo lontana

addirittura illusione io-ttica

 

 

circolo vizioso l'Io

autoriferimento ritardato

 

in gioco di specchi

io infinito riflesso di me

 

 

nei meandri del mio essere

m'illumino di me

 

ma illuminato o no

non sempre visibile io

 

 

e quel pensiero visivo

prima del linguaggio

 

il pensiero che si fa immagine

immagine ogni pensiero

 

 

sensoriale ed emotivo

il pensiero visivo

 

autonomo e profondo

conscio ed inconscio

 

 

posso davvero conoscermi?

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

La forma del pensiero

 

Circa il 30% di noi umani usa il pensiero visivo-spaziale, il 45% un

mix di visivo-spaziale e verbale, il 25% pensa soltanto in parole, il

formato del pensiero umano non è però esclusivamente "visivo"

(per immagini visive) o "linguistico" (per immagini linguistiche),

ma "concettuale", quindi pensiamo comunque "per immagini",

anche se alcuni riferiscono di una "voce interiore".

 

Definire il pensiero è cosa ardua, quale sensazione ci dia, sia esso

immagine o suono o entrambi, di fatto sappiamo come non tutti

abbiano un'immaginazione visiva, quest'incapacità di immaginare

con l'"occhio della mente" detta "a-fantasia", dal Greco φᾰντᾰσῐ́ᾱ

phăntăsĭ́ā apparenza con il prefisso "a" senza o alfa privativo.

 

Le persone che non riescono a vedere con la "mente" immagini

interiori vivide, colorate e dettagliate non sono in alcun modo dei

disabili, hanno semplicemente esperienze interiori diverse, capaci

di rimediare a eventuali difficoltà di pensiero astratto usando altre

modalità "sensoriali" di pensiero (corpo-cervello-mente).

 

Altra meno conosciuta differenza nella capacità di immaginare 

con il pensiero la cosiddetta "an-endo-phasia", mancanza di una

voce interiore nell'"orecchio della mente", dal Greco "an" assenza

di + "endo" interno + "phasia" fasia discorso da φάσις phásis

espressione a sua volta da φημί phēmí io dico.

 

Molte persone asseriscono infatti di sentire una "voce interiore"

quando pensano, spesso la propria, quindi un pensiero "sonoro",

sia monologo che dialogo, con funzioni cognitive, una sorta di

autoregolamentazione di pensiero e comportamento, per cui

stiamo arricchendo il concetto di "immagini" del pensiero anche

con quelle "uditive", non solo "visive" e "verbali".

 

Queste voci interiori potrebbero inoltre avere livelli più alti o più

bassi, le persone con più alto linguaggio interiore mostrando una

memoria verbale superiore, più veloci e precisi, alcuni adottando

anche la strategia del "parlare ad alta voce" con sé stessi per

aiutarsi ulteriormente a pensare...

 

Quindi la forma dei pensieri in persone prive di immagini visive e

di voce interiore è ragionevolmente "concettuale", un "pensiero

non simbolizzato" esperienza del tutto diversa di rappresentazioni

concettuali più astratte (quindi comunque "immagini"!) delle

persone che usano immagini visive o sonore per pensare.

 

Per quanto mi riguarda sono decisamente "visivo" e quando

penso a un elefante lo vedo a tutto tondo, certamente non vedo né

sento la parola "elefante" né il suo concetto, solo visualizzazioni,

immagini in visione spaziale, piuttosto che parole o linguaggio

astratto, anzi se non riesco a "visualizzare" mi è più difficile capire

e spiegare.

 

Il linguaggio non è dunque presupposto per pensare, ma "uno tra

i modi" in cui alcune persone pensano, non necessariamente il

più primitivo né il migliore, ma è decisamente necessario per poter

comunicare idee dalla propria mente agli altri, pensando a parole

credo si limiti notevolmente la capacità del cervello e comunque

aiuta ricordare sempre che se "non riesco a spiegarmi" (molto

meglio della nostra prima reazione istintiva con un bel "non mi hai

capito"!) è di solito una sconfitta ma solo del mio linguaggio, non

necessariamente delle mie idee...