|
||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
L'antico stemma della Città di Trieste, risalente almeno al XIII sec, Scudo francese antico di colore rosso con uno spiedo "alla furlana" tutto argento (erronamente chiamato "lancia" o "alabarda di San Sergio"), la sua corona muraria di Città che sormonta il tutto |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Trst |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il mito di una Trieste |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
mai “slava” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Già il solo titolo farà sicuramente ribollire del sangue quà e là - tranquilli, non ce n'è motivo!...
Trieste in Dialetto Triestino, Triest in Tedesco e Trst in Sloveno, e non solo - tutto qui. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Oggi Capoluogo del Friuli-Venezia Giulia, pur mutilata del circondario si affaccia sul suo stupendo golfo Nord estremo dell'Adriatico, fra Italia e Istria, a pochi chilometri da Slovenia e Penisola Balcanica.
Da secoli crocevia europeo continentale-mediterraneo arricchito da tre culture, la mediterranea, mitteleuropea e slava, il suo porto commerciale tra i più trafficati dell'intero Sud Europa. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Grandiosa a braccia aperte lì per accoglierti la Piazza "vizin el mar, serada da tre lati, aristocratica, spaziosa e regolar" dice Corrai (Raimondo Cornet) dell'amato "salotto di Trieste" dai moti nomi, "Piazza San Pietro" "Grande" "Unità" "Francesco Giuseppe", "Unità d'Italia" e chissà quanti ancora, ben cresciuta col tempo sempre più bella e monumentale di palazzi d'architetti famosi, ingioiellata di opere di grandi artisti, vivace di caffè storici, feste e ospiti illustri (unico rimpianto... il verde quel giardinetto!) |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Lascia |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
che ti sorprenda! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Trieste è molto più della città che ti aspetti, bellissima Viennese, colta, dinamica, semplicemente affascinante - per la terza volta riconosciuta come la città italiana dove si vive meglio, 2005, 2009, 2021 (oggi Milano seconda)!
L'ultima indagine del “Sole 24 Ore”, prendendo in esame i parametri chiave del “benessere”, da Trieste come la città con più alta qualità di vita in tutta Italia, prima per Cultura e Tempo libero, seconda per Affari e Lavoro, quarta per Ambiente e servizi, ben piazzata per Società, Salute, Ricchezza, Consumi e Scuola (in una società in cui si legge sempre di meno, ottenendo il primato nell'“indice di lettura”!), lontana dalla vetta solo per Giustizia e sicurezza. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Stabilimenti balneari raggiungili a piedi se ne trovano ovunque, come i vicinissimi sentieri sul Carso o stupendi boschi della Slovenia ce ne sono e in quantità, quindi il risultato non può essere solo attribuito alla sua “felice” (come ben ci renderemo conto davvero questionabile!) ubicazione geografica, deve affondare radici profonde e forti anche nella sua “cultura”.
Non dimentichiamo che è la Città di Svevo, Saba, Joyce e Rilke, ma poter vantare il primato nell'indice di lettura - in Italiano, Tedesco e Sloveno - la linfa deve venire da lungimiranti investimenti proprio nella cultura (in cui è prima), nel patrimonio museale (seconda), formazione continua (terza) e variegate attività culturali le quali sappiano attirare ogni fascia d'età. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Un glorioso passato asburgico ne fece la “piccola Vienna sul mare”, con un'anima tra mare e monte, ricca di mille contaminazioni, sa di continuo “ritrovarsi” e rinnovarsi, incurante della bora che la sferza la sua “Barcolana”, storica regata velica internazionale annuale di ottobre, nel 2018 nel Guinness dei primati come “Largest Sailing Race”, “la regata più grande del mondo”, grazie a quasi tremila imbarcazioni iscritte.
Una Città, implacabili sferzate di bora a parte, capace di regalare anche tramonti dolcemente romantici, in cui la vita intensa dei moltissimi caffè (non bar!) caratterizza sia ritmo che atmosfera, tra vestigia romane e castelli a picco sul mare, pregna di storia pur non sempre “bella” da ricordare. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Nel Segmento IV (includendo il mancante Segmento I ricostruito nel 1898 da Konrad Miller) della cosiddetta “Tabula Peutingeriana”, il famoso itinerarium tardo-romano, unica “carta stradale” giuntaci dall'antichità in copia medievale di una cartografia itineraria molto probabilmente del IV sec dC, già rielaborazione dell'originale di epoca augustea, Tergeste è molto chiaramente marcata come “Civitas” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il suo nome |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
antichissimo! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
L'origine avrebbe un'etimologia pre-romana con radice addirittura pre-indoeuropea, “terg” in Illirico Antico “mercato” (!) con un suffisso “-este” tipico della Lingua “Venetica” di antichi Veneti o Paleoveneti, popolazione indoeuropea stanziatasi nel Nord-Ovest della Penisola Italica seconda metà II millennio aC - il termine terg per mercato ancora oggi immutato in Sloveno, tьrgъ nello Slavo ecclesiastico antico, tržište in Croato, tržnica in Serbo, targ in Polacco e torg nel senso di “piazza” e di “mercato all'aperto” dallo scandinavo antico fino allo Svedese attuale.
Tutti d'accordo quindi... meno i Romani, che, da provetti accaparratori ed etichettatori di “Made in Rome”, in età augustea cercheranno di far derivare “Tergeste” dal Latino tergestum, anche se - “al lupo, al lupo” difficile credergli - il geografo Strabone potrebbe averci colto: tergestum contrazione di ter-gestum bellum = guerra/ bellum combattuta/gestum tre volte/ter, con le legioni romane costrette a ben tre cruente battaglie prima di
sopraffare le valenti antiche popolazioni
Venete locali.
Ma si sa, Trieste, ha molti nomi, in tutte le lingue che via via ha storicamente parlato, da Tegerste in Venetico, a Tergestum in Latino, poi distrutta dai barbari, Triest nel Tedesco nel Trecento, Trieste in Italiano e Trieszt nello Ungherese cosmopolita porto franco asburgico austro- ungarico, ma di Lingua Italiana nel XXVIII-XIX sec e poi nel Regno d'Italia dal 1918 dopo la Prima Grande Guerra e dopo la Seconda “Territorio Libero di Trieste” o T.L.T., Trst (“canneto” *) in Sloveno * e Croato, Трст/Trst in Serbo...
Ma i veri nomi, a livello di Lingue locali, Trièst in Dialetto Tergestino e Trieste in Dialetto Triestino come pure in Lingua Veneta e in Italiano, questo lingua “identitaria”, perché comunque Croato, Serbo, Sloveno, Tedesco e Ungerese in tutte le succedutesi fasi storiche sempre parlate in città da piccolissime minoranze. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Più "appropriato" stemma di della Città di Trieste - ferito e sanguinante, già secondo la leggenda con origini dal "martirio" di San Sergio nel 336 in Persia, con relativo promesso e ricevuto segno "celeste" della sua "lancia" conficcatasi in Piazza Maggiore, arma "inattaccabile dalla ruggine" oggi conservata nel Tesoro della Cattedrale di San Giusto, in realtà "spiedo alla furlana" tipico della fanteria friulana del Patriarcato di Aquileia |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Una storia a dir poco |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
“complicata”! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La storia del luogo si perde nel Neolitico, da tarda Età del Bronzo, II millennio aC la “Cultura dei Castellieri”, come in Istria, Dalmazia e Messapia, costa italica sud- adriatica, probabilmente una etnia pre-indoeuropea di origine illirica venuta dal mare, X-IX sec aC gli Istri e gli antichi Veneti, prime etnie indoeuropee in contatto fra loro con ciascuna la sua cultura, poi con i Carni, tribù celtica, Tergeste già “snodo commerciale” fortificato.
La romana Tergestum castrum e porto strategico nella conquista dell'Illiria, guerra contro i pirati Istri nel 221 aC, la vicina Aquileia fondata nel 181 aC e Guerra Istrica 178-177 aC, danno il via al processo di romanizzazione e assimilazione dei locali, Tergeste Municipium intorno al II sec aC e Colonia della Tribus Pupinia a metà I sec aC, fine Età Repubblicana, citata da Giulio Cesare nel suo “De Bello Gallico” Aquileia e Tergeste salvate dagli Iapidi 53-51 aC, difesa da mura nel 33 aC, foro e teatro nell'italica Regio X Venetia et Histria nel 7 dC sotto Augusto, con Vespasiano status di Civitas, sua massima espansione urbana e oltre 12.000 abitanti sotto Traiano (popolazione che riavrà solo seconda metà XVIII sec!). |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Svanisce e |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
“araba fenice” riappare! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente forte recessione a piccolo villaggio di pescatori (Roma stessa da metropoli di milioni di abitanti ne finirà con 45.000), sotto controllo bizantino come Τεργέστη, Tergeste, fino all'occupazione dei Franchi 788, diocesi Tergestum dal VI sec fino al 1295 (dal 948 con potere temporale sul territorio), nel XII sec la città Libero Comune, quindi per tre secoli sotto il controllo o della Repubblica di Venezia o della Contea di Gorizia o del Patriarcato di Aquileia.
Nel 1368, per gravi atti di violenza contro una galea veneziana lì ormeggiata, deve sottomettersi all'Austria che poi la “venderà” proprio alla Serenissima, con la “Guerra di Chioggia” verrà occupata 1380 dalla “Patria del Friuli”, costretta a dedizione ad Aquileia con il “Trattato di Torino”, morto il Patriarca 1381, nuova dedizione agli Asburgo, seconda sottomissione con resa firmata a Graz 1382 (autonomia comunale “salva” ma sotto un Capitano nominato dal Duca d'Austria). |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Un “rinascimento” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
difficile! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Prima metà Quattrocento la nuova situazione politica più “tranquilla” permetterà a Trieste sviluppo commerciale, portandola però inevitabilmente nel 1463 a scontrarsi di nuovo con la “monopolizzante” Repubblica di Venezia, il cui esercito, con il gioco sporco degli Asburgo, metterà a ferro e fuoco città, saline e campagne, con seguente legittima ribellione contro la Casa d'Austria, che nella notte di Capodanno del 1468 culminerà con il ripreso possesso della città, anche se politica “marcia” porterà Trieste a un terzo patto di sottomissione all'Imperatore, poi risparmiata dall'Esercito Imperiale Ottomano 1470.
La Trieste del XVII sec è dedita alla viticoltura di “Prosecco” ad arbustum gallicum, accoppiata ad alberi, base economica per il borgo fortificato, letteralmente circondato da vigneti fino allo sviluppo delle sue attività mercantili marittime una volta proclamata porto franco, il vino denominato proprio dal Castello di Prosecco, poi diffusosi nel Goriziano, Veneto e Dalmazia, oggi uno dei vini più famosi al mondo.
Fino all'istituzione del porto franco nel 1719 il borgo è ancora saline e piccoli appezzamenti agricoli, ma con l'attenta politica economica di Maria Teresa d'Austria, l'estensione dei diritti nel 1747 e 1769 e gli investimenti tra 1758 e 1769 nell'ampliamento e potenziamento dello scalo, forte a difesa del molo e primo cantiere navale, lo “squero” di San Nicolò, Trieste si avvierà a diventare primo porto dell'Impero Austriaco, uno dei principali europei.
Nel 1857 arriverà la ferrovia e si edificherà il “Borgo Teresiano”, per una popolazione in crescita di sei volte rispetto a un secolo prima, sviluppo demografico dovuto agli immigrati austriaci, dalmati, friulani, greci, istriani, serbi, veneti, sloveni e ungheresi, con tre principali lingue: l'Italiano, il “Tergestino” delle persone semplici - antico dialetto locale retoromanzo vicino alla Lingua Friulana, non capito dagli Italiani e sostituito poi dal “Triestino”, dialetto veneto “coloniale” - e Sloveno. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Gli ideali della Rivoluzione Francese vengono diffusi, pur con qualche "variante", dalle Armate Napoleoniche anche a Trieste come in tutt'Europa, creando ovunque non poco scompiglio nei rispettivi contesti sociali e politici |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Forti venti “napoleonici” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
oltre che bora ! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Le truppe napoleoniche occuperanno Trieste tre volte, nel 1797, 1805, 1809, sospendendone lo status di porto franco e provocandogli la definitiva perdita della sua antica autonomia, alla fine inglobata nelle cosiddette “Province Illiriche” - Carinzia, Carniola, Goriziano, Istria Veneta e Asburgica, parte della Croazia e Dalmazia - con conseguente abbandono della Città da parte di molti e diffondersi di idee democratiche tra quelli rimasti, che porteranno a maturare per la prima volta la coscienza di un'“identità nazionale” italiana.
Ritornata agli Asburgo nel 1813 dopo la battaglia di Lipsia, la Città continuerà a svilupparsi, unita con Vienna per ferrovia nel 1857, Anni Sessanta dell'Ottocento Capoluogo della Oesterreichisches Küstenland, il Litorale Austriaco, dopo Vienna, Budapest e Praga quarta città dell'Impero Austro-Ungarico ultimi decenni Ottocento.
In un clima fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligioso, fino al 60% la popolazione italofona, più un 10% di stranieri italiani immigrati dal Regno d'Italia (insieme fino all'85% nel 1921), 25% di Lingua Slovena (8% nel 1921), residuale la Lingua Tedesca all'1% e comunità ancor minori di Armeni, Croati, Ebrei, Greci, Inglesi, Serbi, Svizzeri e Ungheresi. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Le idee rivoluzionarie di Napoleone fondamentale punto di partenza anche per il Risorgimento Italiano, perché dopo Waterloo con Luigi XVIII sul trono potrebbe sembrare che tutta la Rivoluzione sia già dimenticata e tutte le sue conquiste cancellate come lo stesso Impero Francese, ma non è affatto così, anche se molti pensano che abbia tradito gli ideali di Libertà e di Uguaglianza, un "liberatore" finito "oppressore", negli Stati da lui occupati abolita la servitù dei contadini e i privilegi dei nobili, garantita proprietà e diritto al commercio, beni della Chiesa confiscati ora in mano alla borghesia, "uomini nuovi" possono emergere facendo affidamento solo sui propri meriti (in questo sì la reinterpretazione della Rivoluzione a favore della nuova classe sociale!), il Codice Napoleonico di fatto legge in Europa, continente risvegliato, palesemente più moderno e ora desideroso di ulteriori cambiamenti, ancora più alimentato dal ritorno degli Stati allo Ancien Régime, errore fatale che al contrario accelererà la nascita di tutti i movimenti patriottici - anche in Italia, dove si evolverà nel Risorgimento |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Arriva |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
l'“Irredentismo” italiano! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Insieme a Trento, Trieste sarà cuore dell'“Irredentismo risorgimentale”, più che legittima aspirazione italiana a ricomporre la propria frammentazione ormai millenaria e perfezionare territorialmente l'unità nazionale, questo liberando aree sotto dominio straniero con popolazione italiana o italofona o altrimenti connessa all'Italia da secolari legami storici, linguistici e culturali, movimento particolarmente attivo fra ultimi decenni del XIX sec e primi del XX sec, da non confondere con l'“Irredentismo
fascista” di tutt'altra
pasta e tutt'altra matrice. Il Regno d'Italia annessa la Lombardia con la Seconda Guerra d'Indipendenza nel 1859 e il Veneto con la Terza Guerra d'Indipendenza nel 1866, l'Impero Austriaco ingerirà sempre più nella gestione politica del Triestino tutta la seconda metà XIX sec, nel tentativo di tenere a bada il gruppo etnico italiano con tendenze irredentiste, addirittura proponendo piani di “germanizzazione” o “slavizzazione” per sradicare l'Italianità dalle sue terre. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Quindi per contrastare l'Irredentismo italiano il Governo Austro-Ungarico incoraggerà il formarsi di una coscienza nazionale slovena con conseguente regressione dell'uso della Lingua Italiana, pur sempre rimanendo lingua di prestigio, fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando Trieste sarà annessa al Regno d'Italia con unica lingua ufficiale l'Italiano.
Queste manovre politiche artificiose evidentemente a vuoto se ancora il Censimento Ufficiale Austriaco 1910 registrerà una ripartizione d'uso di “madrelingua” fra i Triestini senza spazio per interpretazioni, con l'Italiano a più del 50%, neppure al 25% lo Sloveno, residuale il Tedesco al 5%, il Serbo-Croato 1% e, fra gli stranieri residenti, a molto oltre il 10% i cittadini del Regno d'Italia, mentre a poco più dell'1% i cittadini del Regno d'Ungheria. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Ad un secolo dal criminale rogo della "Casa del Popolo e della Cultura" Slovena, Narodni Dom, data alle fiamme da facinorosi Fascisti Italiani nella loro "notte dei cristalli", storico l'incontro fra i Presidenti d'Italia, Sergio Mattarella, e Slovenia, Borut Pahor, coraggioso tentativo di pacificazione tra memorie ancora contrapposte, traumi profondi, lacerazioni stratificate difficili da conciliare, ciascuna parte con le "sue" memorie di guerre e atrocità che opposte idee, ritenute "giuste" dai rispettivi, rischiano di consolidarsi in nuove frontiere - ma la storia non è mai oggettivamente "univoca" e a ciascuno va riconosciuto il diritto al rispetto delle "sue" esperienze - la storia è complessa ed è sull'ignoranza che cresce l'odio: "Rat je rat", lo sappiamo, e dice bene Eschilo "U ratu je istina prva žrtva", "In guerra, la verità è la prima vittima"!
La restituzione del Narodni Dom, proprio alla data del 13 luglio, che segna la contestuale ascesa nefasta del Nazionalismo Fascista, dovuto atto di riconoscimento pubblico delle persecuzioni subite dagli Sloveni, viene a sua volta, per la prima volta!, uffcialmente ricambiata con una visita alla "Foiba di Basovizza", memoriale altamente simbolico per orribili violenze subite dagli Italiani, poi davanti al "Monumento dei Fucilati di Borba" quasi si sgretola quel muro secolare di odio politico ed etnico così straziato di ferite su entrabi i lati, balzo in avanti verso la coscienza dell'inestimabile valore della "pluralità", nel segno dell'odierna integrazione europea, al di là di ogni tentazione di strumentalizzazzione neonazionalista.
Come l'incendio di Narodni Dom è l'inizio di una stagione di oppressione da parte del "Fascismo di confine", da oggi si va "V nov začetek", "verso un nuovo inizio", l'edificio tornerà Casa degli Sloveni di Trieste, aperta a tutte le identità, senza opposizioni linguistico-nazionali, una dura lezione per la Città, perché proprio negando quella pluralità da porto mitteleuropeo si è ritrovata periferia d'Italia e ha dovuto lavorare cent'anni per riconquistare il suo primato, solo con l'accettazione dell'altro, il rispetto del suo dolore, si possono lasciare alle spalle antichi torti e rancori, riconciliandosi con sé stessi e con la storia per riprosperare "insieme". |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Una gran “sparata” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
con amarissimo rinculo! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La Prima Guerra Mondiale determinerà quindi la prima annessione di Trieste e intera Venezia Giulia all'Italia a fine 1918, fino all'ultimo invano contrastata al tavolo di pace dai rappresentanti del nuovo “Regno dei Serbi, Croati e Sloveni”, il Regio Esercito Italiano entrando a Trieste e poi occupando militarmente la parte della Dalmazia promessa all'Italia con il “Patto di Londra” del 1915, accordo segreto fra Italia e la “Triplice Intesa” - Regno Unito, Francia e Russia - con cui l'Italia s'impegna in una guerra contro gli “Imperi Centrali” in cambio di compensi territoriali poi biasimevolmente non del tutto riconosciuti dal nuovo “Trattato di Versailles” del 1919.
Questi giustificati risentimenti italiani faranno attecchire il Fascismo “rapido e precoce” a Trieste, già nel 1920 le prime “Squadre Volontarie di Difesa Cittadina”, nuclei dei poi famigerati “squadristi” fascisti, e l'“Avanguardia Studentesca Triestina” di ispirazione fascista, a Spalato i primi “incidenti” seguiti da quelli incresciosi di Trieste contro “Narodni Dom”, il centro culturale di Sloveni e Slavi, “Jadranska banka", “Ljubljanska kreditna banka”, Cassa di Risparmio Croata, il settimanale “Edinost”, la scuola serba, altri luoghi di aggregazione delle comunità etniche della Città, la sede del Partito Socialista Italiano, poi con il “Trattato di Rapallo” del 1920 Trieste passerà definitivamente all'Italia, inglobando ex Contea Principesca di Gorizia e Gradisca, Istria e Carniola. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
Tipico manifesto di diretta intimidazione fascista contro la Popolazione Slovena e Croata dell'Istria, durante la forzata campagna di "assimilazione" degli "s'ciavi", schiavi, Slavi |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
“All'armi siam Fascisti” |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
fanatici e facinorosi! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Il periodo interbellico, fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale metterà Trieste in ginocchio, colpita da perdita di importanza portuale e conseguente crisi economica, i settori commerciale e finanziario i più colpiti, e perdita anche della sua secolare autonomia comunale e della arricchente cultura della sua comunità germanofona, il Fascismo al governo nazionale darà il via a Trieste e Venezia Giulia alla sua altrettanto artificiosa politica di “snazionalizzazione” delle minoranze cosiddette “allogene”, di altra “stirpe” o nazione, della loro lingua e delle loro tradizioni culturali, in poche parole della loro “identità” culturale e politica.
Da metà Anni Venti la forzata “italianizzazione” di tutti i “toponimi” e cognomi slavi, nomi di luoghi e persone (!), e nel 1929 proibito Sloveno e Tedesco nelle scuole, di madrelingua di lì a poco chiuse, come circoli culturali e stampa della comunità slovena, ma nonostante problemi economici e tensioni politiche ne crescerà la popolazione con la incitata immigrazione da tutt'Italia, che stagnerà solo a metà Anni Trenta, addirittura in leggera flessione, anche se fino alla Seconda Guerra Mondiale, la città si arricchirà di importanti opere urbanistiche, a carattere fortemente propagandistico, come l'Università e il “Faro della Vittoria”...
Tipica azione dittatoriale e antidemocratica questo voler “assimilare” gruppi etnici minoritari con una aperta politica “anti-slava”, sottolineata nel quotidiano da nefande scorrerie di squadristi fascisti con incidenti, morti e feriti nonché gravissime ripercussioni sui già estremamente fragili rapporti interetnici, una vera e propria persecuzione etnica che causerà un abbandono della Città del 10% degli Sloveni verso il Regno di Jugoslavia.
Da fine Anni Venti più che “motivata” quindi l'attività sovversiva terrorista di organizzazioni rivoluzionarie clandestine nazionaliste, indipendentiste, irredentiste e antifasciste sloveno-croate della Venezia Giulia come “T.I.G.R.”, acronimo di “Trst-Istra-Gorica-Reka”, in Sloveno “Revolucionarna organizacija Julijske krajine T.I.G.R.”, e Borba , per la “lotta senza compromessi contro il Fascismo e le sue istituzioni con tutti i mezzi possibili, per l'annessione del Litorale e dell'Istria alla Jugoslavia, fino a rovesciare il Fascismo”, dopo che viene dato alle fiamme il Narodni dom, sede delle organizzazioni slovene triestine, reagendo ad assassinî fascisti con altrettanta brutalità, resistenza armata e azioni violente contro esponenti del Regime e Forze dell'Ordine, anche se purtroppo, come solito, con effetti collaterali “inevitabili ma mai legittimabili” di vittime
civili
innocenti. della Vittoria” e la redazione de “Il Popolo di Trieste”, i responsabili processati dal “Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato”, trasferito a Trieste da Roma, quattro condannati a morte gli altri a pene detentive dai 2 anni e 6 mesi ai 30 anni, due assolti, e a fine 1941, Seconda Guerra Mondiale in corso, nuovo processo per terrorismo e spionaggio contro altri nove Sloveni e Croati del TIGR, cinque giustiziati, quattro imprigionati, neutralizzando così di fatto l'azione almeno armata dell'organizzazione. |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
![]() |
|||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
La progressiva riscoperta da parte della storiografia italiana dei Lager fascisti, fino a seconda metà Anni Ottanta sotto "imposto" silenzio, avvierà una serie di ricerche approfondite a livello locale e nazionale sulla nostra tristissima esperienza - perché neppure la propria storia "brutta" si cancella!
La vicenda dei "Campi di internamento" fascisti in Italia e nei territori occupati, dal punto di vista memoriale, al centro di una storia che intreccia rimozioni, omertà, riscoperte e sovra-scritture che hanno del mitico, ma ripercorrendola dalle prime tracce lasciate da testimoni si arriva a certezza storica di "Regi Decreti", a comiciare il n. 1415 8 luglio 1938 e il n. 566 10 giugno 1940".
"Approvazione dei testi della legge di guerra e della legge di neutralita" [...] "Sulla proposta del Duce, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per l'interno, per l'Africa Italiana, per la guerra, per la marina e per l'aeronautica, di concerto con i Ministri per gli affari esteri, per la grazia e giustizia, per le finanze e per le comunicazioni"... (WOW!)
"Applicazione della legge di guerra nel territori dello Stato. VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA E DI ALBANIA IMPERATORE D'ETIOPIA Visti gli articoli 2, 5 e 10 del R. decreto 8 luglio 1938-XVI, n. 1415, che approva i testi della legge di guerra e della legge di neutralità; Ritenuto che lo Stato Italiano è in guerra con la Francia e la Gran Bretagna; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del DUCE del Fascismo, Capo del Governo e Ministro per l'interno, di concerto con i Ministri per gli affari esteri e per l'Africa Italiana; Abbiamo decretato e decretiamo: Articolo unico - Le disposizioni della legge di guerra, approvate con R. decreto 8 luglio 1938-XVI n. 1415, si applicano, a decorrere dalle ore 24 del giorno 10 giugno 1940-XVIII, nei territori dello Stato, compresi quelli dell'Africa Italiana e dei
Possedimenti"... (WOW!!!) Insieme alle preziosissime testimonianze dei sopravvissuti e a contributi come "I bambini sloveni nei campi di concentramento italiani (1942- 1943)" di Metka Gombač, punti di partenza per una completa (ri)scrittura "storica" iniziata, in corso ma lungi ancora dall'essere portata a termine!
La foto sotto, "Bambini sfiniti dalla fame nel campo di concentramento dell'isola di Rab-Arbe 1942-1943" (Museo di Storia Contemporanea di Lubiana), dalla recente mostra "Quando morì mio padre", presso la "Casa della Memoria e della Storia" a Roma, i Campi di Concentramento Fascisti italiani in Slovenia, dall'estate del 1942 a settembre del 1943, nei disegni e le testimonianze dei bambini "affinché non accada mai più!". |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Prima gli orrori |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Nazi-Fascisti! |
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||
Con la disastrosa entrata in guerra nel 1940 dell'Italia a fianco della Germania nazista lutti e disagi di ogni tipo sempre più acuti, sinagoga assalita e danneggiata due volte, l'invasione della Jugoslavia nel 1941 riaccenderà dal 1942 la Resistenza Sloveno-Croata in Venezia Giulia anche per eventi bellici e deliberato terrorismo delle truppe di occupazione tedesche e italiane contro Sloveni e Croati, villaggi bruciati, decimazioni, indiscriminate uccisioni di civili, campi di concentramento in Italia per Slavi “allogeni” o “alloglotti” - d'altra “stirpe” o “lingua” dall'occupato Regno di Jugoslavia e minoranze slave del Regno d'Italia - e antifascisti italiani, annientamento barbaro di migliaia di innocenti da Venezia Euganea del Friuli, Venezia Giulia, Zara, a aizzare ulteriormente l'odio interetnico creato dal Fascismo, che provocherà tragedie per Trieste e Venezia Giulia durante e dopo il conflitto.
Lunghissime e altrettanto macabre le liste dei “Campi di concentramento per Slavi e Italiani antifascisti”, quella in territori oggi non più italiani, in zone di confine, e l'altra in territori ancora oggi italiani (con accertata presenza di Slavi “allogeni” e “alloglotti” in almeno 50 dei campi!), qui di seguito divise appunto nei due gruppi e in ordine alfabetico:
Territori oggi non italiani
- Arbe/Rab, Dalmazia, Croazia, durissimo Lager civile, 10-15.000 (!!) Sloveni, Croati ed Ebrei, uomini, donne e bambini - 1942-1943
- Fiume/Rijeka, Istria, Croazia, 3.500 (!) internati nella “Caserma Diaz”, luogo di internamento e smistamento di Slavi e oppositori italiani del Regime
- Mamula/Мамула o“Lastavica”, Herceg Novi, Cattaro, Montenegro, Lager civile sull'isolotto-fortezza, oltre 500 uomini e donne, 1942-1943
|